Quinta ed ultima parte dell’intervista ai Consulenti di SarchBrain. Rispondono alla domanda relativa al corretto percorso formativo da intraprendere per avvicinarsi al Search Marketing Enrico Altavilla e Giacomo Pelagatti.
Quali consigli dareste a chi si sta avvicinando al Search Marketing? Quali competenze andrebbero coltivate prima di altre e quale dovrebbe essere il corretto percorso formativo?
Enrico Altavilla:
Non penso che ci sia un percorso formativo corretto in senso assoluto, anzi, nel corso degli anni ho conosciuto diverse persone che sono arrivate al SEO da strade molto diverse tra loro, acquisendo nel tempo profili altrettanto diversi ma con risultati sempre eccellenti.
Sono dell’idea che i percorsi di formazione debbano sempre essere personalizzati e che debbano andare incontro alle predisposizioni personali che ognuno di noi possiede e delle quali inevitabilmente difetta.
Il consiglio che mi sento di dare è quello di non farsi intimidire dai propri limiti: non penso che debba esistere un obiettivo comune a tutti né che lo scopo primario debba essere quello di diventare dei tuttologhi del search marketing. Sarebbe utopico e probabilmente anche meno divertente.
Il search marketing è una disciplina destinata ad arricchirsi sempre più e richiederà competenze sempre più estese, sconfinando a volte dal perimetro dei motori di ricerca.
Questo è uno scenario compatibile col lavoro in team e quindi ben vengano le differenze culturali e di predisposizioni che ciascuno di noi si porta dietro: è questo essere complementari che crea valore aggiunto.
Precisato ciò, qualche consiglio generale lo si può dare, perlopiù per quanto riguarda lo sviluppo di una forma mentis compatibile al search marketing.
Aiuta moltissimo avere una curiosità innata per come le cose funzionano. Aiuta coltivare passioni sia di tipo umanistico che di tipo informatico. Aiuta acquisire un approccio sociale al Web. Aiuta moltissimo fare un’esperienza in un’agenzia di search marketing, ma a patto che sia una di quelle che investe realmente in formazione nelle proprie risorse. Aiuta anche non imparare mai delle regolette a memoria o a fidarsi ciecamente delle parole dei presunti “guru”, perché ci troviamo comunque nel mondo dei “dipende”.
Giacomo Pelagatti:
All’universo veramente multidisciplinare del search marketing ci si può avvicinare da tante direzioni. Sicuramente aiuta l’essere curiosi e culturalmente onnivori, ma anche sforzarsi di mantenere una mente aperta e di non guardare mai le cose da un unico punto di vista.
Il marketing sui motori di ricerca è stato troppo a lungo frainteso come un’attività di tipo prevalentemente tecnico, e probabilmente è a causa di questo errore fondamentale che il search fatica ancora a entrare nella cultura aziendale (e nella testa dei decisori).
Parimenti errato è, a mio avviso, l’approccio esclusivamente markettaro al search marketing, che tende a vederlo come un acquisto di spazi pubblicitari –cosa che, inutile a dirsi, non è-.
Tornando alla domanda, io penso che un bravo SEO oggi debba avere innanzitutto ottime competenze linguistiche (inclusa la capacità di scrivere in un italiano che sia non solo corretto, ma anche scorrevole), un moderato interesse per il marketing, e una passione vera per la comunicazione. Il resto lo si potrà apprendere sul campo o, magari, delegare ad altre figure.
Ma questa è -ovviamente- la mia opinione personale. :-)
@Giacomo
>>>> Tornando alla domanda, io penso che un bravo SEO oggi debba avere innanzitutto ottime competenze linguistiche (inclusa la capacità di scrivere in un italiano che sia non solo corretto, ma anche scorrevole), un moderato interesse per il marketing, e una passione vera per la comunicazione. Il resto lo si potrà apprendere sul campo o, magari, delegare ad altre figure.
Lo scrissi circa tre anni fa, successe il finimondo, mi fa piacere rilaggerlo oggi, scritto da un grandissimo professionsta come te, in questo stupendo Blog.
15/12/09 10:29 - Link
Ciao Fabio,
Ti ringrazio per l’apprezzamento, senz’altro ricambiato.
La domanda di Mattia verteva sulle competenze di base che dovrebbe possedere (o cercare di “coltivare”) chi s’avvicina al search marketing. E parlando appunto di basi, io credo che quelle linguistiche, capacità di scrittura in primis, siano in assoluto quelle meno prescindibilli, ossia quelle che un SEO (o aspirante tale) dovrebbe avere in partenza, se non altro perché difficilmente potrà apprenderle sul campo, cioè facendo il proprio lavoro.
Ovviamente da sole queste qualità non sono sufficienti, perché come ben sappiamo per fare questo lavoro sono richieste anche skill tecniche: è impensabile un SEO che non conosca l’HTML e l’ABC del protocollo HTTP (come minimo). Allo stesso modo, la tecnica da sola non farà mai un bravo SEO, ma -al massimo- un ottimo web developer.
Il succo è: fare search marketing significa occuparsi di comunicazione, e come tale richiede anche competenze di copywriting e usabilità, tanto per dirne due… Non è affatto un caso IMHO che tanti (bravi) SEO provengano da studi umanistici. Molti dei miei ex-colleghi e colleghe di agenzia sono, come me, laureati in Scienze della Comunicazione. Una di loro era perfino stata mia compagna di corso a Bologna (ciao Serena! :)).
Una definizione che mi piace citare spesso, perché a mio avviso riassume molto bene il malinteso o errore concettuale numero uno sulla SEO (e, quindi, sul SEO come figura professionale) è questa di Shari Thurow:
15/12/09 21:54 - Link